Il nuovo Patto dei Sindaci rilancia la sfida alle città per combattere i cambiamenti climatici riducendone gli impatti con la mitigazione e l'adattamento. Ma le città italiane sono pronte a raccogliere la sfida e a proseguire il percorso avviato?
Nuovo Patto 2030 - dai PAES ai PAESC
Come è noto il nuovo Patto dei Sindaci per il Clima & l’Energia dell’UE riunisce migliaia di governi locali impegnati, su base volontaria, a implementare gli obiettivi comunitari su clima ed energia. Il Patto dei Sindaci è stato lanciato nel 2008 in Europa con l’ambizione di riunire i governi locali impegnati su base volontaria a raggiungere e superare gli obiettivi comunitari su clima ed energia. L’iniziativa ha non solo introdotto per la prima volta un approccio di tipo bottom-up per fronteggiare l’azione climatica ed energetica, ma è andata velocemente ben oltre le aspettative. L'iniziativa riunisce ad oggi oltre 7.000 enti locali e regionali in 57 Paesi, attingendo ai punti di forza di un movimento mondiale multi-stakeholder e al supporto tecnico e metodologico offerto da uffici dedicati.
I nuovi aderenti al Patto 2030, così come quelli che già anno aderito al Patto 2020 e che vogliono proseguire il percorso potenziando e integrando gli obbiettivi precedenti, dovranno redarre il PAESC (o SECAP) che prevede appunto l'integrazione dell'adattamento nelle strategie climatiche locali. A tal proposito l'ufficio del Patto dei Sindaci e il JRC (Joint Research Center) ha redatto apposite linee guida per agevolare questo passaggio.
Occorre dire che anche l'inventario base delle emissioni ha visto delle piccole ma comunque importanti modifiche e migliorie. E' sicuramente semplificato e uniformato il conteggio delle emissioni grazie all'utilizzo di un database comune di fattori di emissione con il quale fare il calcolo dell'inventario partendo però dalla conoscenza dei consumi energetici finali del territorio a cui ci si sta riferendo.
Il problema dei problemi come ben sappiamo in Italia resta questo appunto, la conoscenza dei consumi energetici, sia che si parli di un ente comunale che di un territorio suddiviso per le varie categorie di consumo. Certamente rispetto al 2008, quando il Patto è entrato nella scena, la situazione è molto migliorata e i distributori di energia sono meglio disposti a fornire i dati necessari alla redazione dell'inventario, ma lo stesso ancora permangono difficoltà, scarsa conoscenza e barriere di vario tipo a frapporsi e a complicare questo passaggio. Per diversi vettori energetici occorre fare delle stime e a volte non si ha la certezza di potersi affidare a dati che vengono raccolti in molti casi per la prima volta.
Per questo il software che Alleanza per il Clima propone ai propri membri e in generale alle città italiane, Ecospeed REGION, resta uno strumento valido per valutare e monitorare i consumi e le emissioni di un territorio.
Il database di Ecospeed REGION è infatti aggiornato anno per anno utilizzando i dati nazionali come riferimento per la stima e la valutazione dei consumi che non si riesce a rilevare, potendo così integrare dati raccolti bottom-up e dati stimati top-down in maniera del tutto personalizzata. E' inoltre possibile riaprire una vecchia licenza e recuperare i dati già inseriti aggiornandoli con quelli nuovi visionando quindi nel tempo il percorso che si sta facendo.
Non tutto ovviamente può essere stimato, è ad esempio sempre necessario uno sforzo per reperire i dati da parte degli enti comunali per i propri consumi, ma è certamente uno strumento utile e pratico per la redazione degli inventari e dei PAESC in generale.
Per ulteriori info sul software usa questi riferimenti.