Articolo su Ecoscienza n.2/2012
Il concetto del burden sharing rende bene l’ambiguità verso un processo che non ha alternative: occorre lo sforzo comune della comunità mondiale, degli stati nazione, degli enti locali e territoriali e alla fine di tutti noi, di condividere la profonda trasformazione di decarbonizzare le economie e le società nei paesi ricchi e nei paesi emersi.
Un processo che deve svolgersi a tutti livelli: il processo internazionale rimane importante anche se ha prodotto finora poco. La Commissione europea spinge con gli obiettivi 20-20-20 e la sua roadmap energetica per il 2050 e gli stati membri perseguono percorsi vari di una svolta più o meno decisa, coinvolgendo ad esempio in Italia le Regioni con un decreto che fissa gli obblighi regionali per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Fin qui tutto bene. Il processo va condiviso, e il concetto dello sharing lo riflette in modo preciso. Quello che invece non va bene e crea l’immagine sbagliata è la concettualizzazione di quello che va condiviso come un burden, un aggravio, qualcosa che si aggiunge ad altri pesi che già vanno affrontati e supportati [...].
scritto da Karl-Ludwig Schibel e Maurizio Zara
Il “Burden sharing” dovrebbe essere letto come elemento di sviluppo nella direzione di un’economia e una società a basso contenuto di carbonio. L’integrazione dei livelli europeo, nazionale, regionale e locale è essenziale per creare politiche concrete per il clima e mobilitare le risorse necessarie.
Il concetto del burden sharing rende bene l’ambiguità verso un processo che non ha alternative: occorre lo sforzo comune della comunità mondiale, degli stati nazione, degli enti locali e territoriali e alla fine di tutti noi, di condividere la profonda trasformazione di decarbonizzare le economie e le società nei paesi ricchi e nei paesi emersi.
Un processo che deve svolgersi a tutti livelli: il processo internazionale rimane importante anche se ha prodotto finora poco. La Commissione europea spinge con gli obiettivi 20-20-20 e la sua roadmap energetica per il 2050 e gli stati membri perseguono percorsi vari di una svolta più o meno decisa, coinvolgendo ad esempio in Italia le Regioni con un decreto che fissa gli obblighi regionali per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Fin qui tutto bene. Il processo va condiviso, e il concetto dello sharing lo riflette in modo preciso. Quello che invece non va bene e crea l’immagine sbagliata è la concettualizzazione di quello che va condiviso come un burden, un aggravio, qualcosa che si aggiunge ad altri pesi che già vanno affrontati e supportati [...].
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