Alleanza per il Clima ha presentato a Roma i risultati del primo monitoraggio dei comuni aderenti al Patto. Attuazione - Potenzialità - Opportunità
Si è svolto il 30 marzo alla Sala delle Bandiere del Parlamento Europeo
(Via IV Novembre, Roma) l’iniziativa di presentazione dei risultati del
Rapporti di attuazione dei PAES di 23 Comuni della Città metropolitana di Roma
Capitale.
La Città metropolitana di Roma Capitale, già Provincia di Roma – con il
supporto tecnico di Alleanza per il Clima - ha accompagnato nel suo ruolo di
Coordinatore Territoriale del Patto dei Sindaci un primo gruppo di 23 Firmatari
alla realizzazione del Rapporto di attuazione.
Tutti i Comuni avevano presentato il proprio PAES tra il 2011 e 2012 e
dalle informazioni rilevate sullo stato di attuazione di 21 dei 23 Comuni si
evidenzia che la maggior parte delle azioni attuate o già ben avviate sono
quelle che dipendono direttamente dall’Amministrazione comunale, mentre
rimangono ancora in sospeso buona parte delle attività relative agli altri
stakeholder in particolare quelle dell’ambito ‘industriale’. Complessivamente
si registrano 597 azioni monitorate, di cui 101 completate (il 17%), 259
sono tuttora in corso d’opera (il 43%) e 237 non sono state avviate o sono
state rimandate (il 40%). Sono invece 5 le azioni nuove inserite
nell’elenco che non erano presenti inizialmente nei PAES.
La principale difficoltà segnalata dai Comuni per l’attuazione dei
Piani è certamente la scarsità di
risorse economiche a disposizione. Complessivamente, e tenendo conto che
non tutti i comuni hanno fornito informazioni sui costi e sulle spese
effettuate, il budget speso per la realizzazioni delle misure contenute nei
PAES ammonta a circa 48 milioni di euro con una spesa inizialmente stimata di
314 milioni euro (tenendo conto che circa la metà di tali cifre dipendono
dal solo comune di Guidonia Montecelio).
Un punto critico rilevato è il ruolo dei responsabili PAES. È
stata segnalata la necessità, o quantomeno l’opportunità, della formalizzazione
attraverso un “protocollo interno” all’Ente di tale ruolo, questo per
facilitare e velocizzare la raccolta sistematica di dati afferenti da diversi
dipartimenti e per la valorizzazione e fruizione in maniera semplificata dei
vari database comunali, che permettano la rendicontazione delle azioni messe in
campo dai cittadini (ad esempio pratiche edilizie per la realizzazioni di
impianti a fonti rinnovabili e interventi di efficientamento energetico su
utenze domestiche) e la quantificazione economica di tali azioni.
Il ruolo del Coordinatore territoriale si conferma, soprattutto per i
comuni medio-piccoli, di eccezionale rilevanza, in primis per sopperire alla
mancanza di competenze tecniche dei piccoli comuni e per l’accesso a risorse
economiche della prossima programmazione 2014-2020.
In previsione di una seconda fase del Patto dei Sindaci che dovrà
stabilire per i Firmatari i nuovi obiettivi post 2020, una logica di Governance
multilivello dovrebbe vedere un ruolo della Regione Lazio insieme alla Città
metropolitana di Roma Capitale e le quattro province (Frosinone, Latina, Rieti
e Viterbo) per sostenere i Comuni nel loro percorso nel Patto dei Sindaci e per
un efficace utilizzo delle risorse economiche disponibili.
Per quanto la mancanza di risorse economiche sia infatti un tema
ricorrente, rimane evidente che soprattutto i Comuni medio-piccoli hanno
difficoltà ad accedere ai fondi strutturali e a utilizzarli efficacemente. La
programmazione FESR, nell’Asse OT4 “Sostenere la
transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio in tutti i settori”
vede risorse a favore dell’attuazione delle azioni dei Piani d’Azione per
l’Energia Sostenibile. Il ruolo dei Coordinatori territoriali si conferma quindi sempre più importante per sviluppare sinergie tra i Firmatari, per l’accesso alle fondi disponibili e per l’utilizzo degli strumenti finanziari disponibili.
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